SOGNA RAGAZZO SOGNA
Nascosto tra le pieghe della Storia c’è un esperimento pedagogico di un’attualità estrema.
Parliamo dell’esperienza della nave “asilo” Caracciolo, che ancorata al Molo San Vincenzo, nella città di Napoli, nel 1913, estese le sue vele fino agli angoli più bui della città. Raggiunse i porticati dei palazzi antichi, i sagrati delle chiese, ogni vicolo di quel dedalo di viuzze dove è difficile far entrare un po’ di luce anche a mezzogiorno.
E’lì che i” Felice “di tutto il mondo ancora vivono, deprivati di tutti gli averi, tranne la paura che è il loro bene più prezioso.
Il sistema educativo di Giulia Civita Franceschi, noto come sistema “Civita” nasceva dall’esigenza di restituire al consesso civile, bambini e adolescenti ed educarli in modo “naturale”.
La sua non era una mera forma di assistenzialismo né di esclusivo addestramento ai lavori marinareschi, ma una saldatura tra la prospettiva socio-assistenziale, quella educativa e quella preventiva, attraverso due fattori: il soggetto e il contesto di vita e basata sul principio fondamentale del rispetto per l’infanzia, declinato anche in una forma tutt’altro che retorica dell’amore.
Oggi, ritornare sulla vicenda della nave “asilo” Caracciolo è fondamentale perché esso potrebbe essere uno spunto di riflessione per porre l’attenzione sul problema dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro territorio dove più allarmante si avverte il rischio della devianza e delle vite spezzate per sempre.
L’evento del 21 marzo è terminato con le note e, soprattutto con i
La classe 5 B ha svolto un certosino lavoro di ricerca per restituire al nostro territorio un patrimonio culturale che si era perso nei meandri del tempo. Per quelli che volessero approfondire o solamente conoscere più da vicino l'esperienza della nave "asilo" Caracciolo e ciò che essa ha rappresentato per l'infanzia a Napoli, può inquadrare il QR qui di seguito riportato.