domenica 24 marzo 2024

 SOGNA RAGAZZO SOGNA


Nascosto tra le pieghe della Storia c’è un esperimento pedagogico di un’attualità estrema.


 Parliamo dell’esperienza della nave “asilo” Caracciolo, che ancorata al Molo San Vincenzo, nella città di Napoli, nel 1913, estese le sue vele fino agli angoli più bui della città. Raggiunse i porticati dei palazzi antichi, i sagrati delle chiese, ogni vicolo di quel dedalo di viuzze dove è difficile far entrare un po’ di luce anche a mezzogiorno. 




E’lì che i” Felice “di tutto il mondo ancora vivono, deprivati di tutti gli averi, tranne la paura che è il loro bene più prezioso.

 L’esperienza della Caracciolo salvò in 15 anni più di 750 ragazzini, altri, ahimè, sono rimasti in quell’oscurità, persi per sempre nel bosco fitto di una vita deprivata.



Il sistema educativo di Giulia Civita Franceschi, noto come sistema “Civita” nasceva dall’esigenza di  restituire al consesso civile, bambini e adolescenti ed educarli in modo “naturale”.




La sua non era una mera forma di assistenzialismo né di esclusivo addestramento ai lavori marinareschi, ma una saldatura tra la prospettiva socio-assistenziale, quella educativa e quella preventiva, attraverso due fattori: il soggetto e il contesto di vita e basata sul principio fondamentale del rispetto per l’infanzia, declinato anche in una forma tutt’altro che retorica dell’amore.









Oggi, ritornare sulla vicenda della nave “asilo” Caracciolo è fondamentale perché esso  potrebbe essere uno spunto di riflessione per porre l’attenzione sul problema dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro territorio dove più allarmante si avverte il rischio della devianza e delle vite spezzate per sempre.


Anche i bambini del Terzo Circolo Didattico "Madre Teresa di Calcutta", all’evento “Ai bambini che si

perdono nel bosco” si sono soffermati sulla necessità di recuperare l’infanzia “abbandonata” ponendo maggiormente l’accento su quell’infanzia che è riuscita a crescere con sani valori, nei quartieri più degradati dei nostri territori, grazie allo sport o all’esempio di uomini e donne che ,con sacrificio e responsabilità, hanno dato il loro contributo alla crescita della nostra società.


  L’evento del 21 marzo è terminato con le note e, soprattutto con i



 
versi della canzone “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni per ricordare a tutti i bambini presenti  e non, di avere sempre la voglia irrefrenabile di scrivere il verso più bello della loro vita.




La classe 5 B ha svolto un certosino lavoro di ricerca per restituire al nostro territorio un patrimonio culturale che si era perso nei meandri del tempo. Per quelli che volessero approfondire o solamente conoscere più da vicino l'esperienza della nave "asilo" Caracciolo e ciò che essa ha rappresentato per l'infanzia a Napoli, può inquadrare il QR qui di seguito riportato. 


domenica 17 marzo 2024

FUOCO DI PASSIONI




Agnosco veteris vestigia flammae, diceva Didone nel quarto canto dell'Eneide, parlando del fuoco di passione che travolgeva il suo cuore per il coraggioso Enea.

Galeotto fu Virgilio! Ma il fuoco di cui parliamo qui non è quello dell'amore travolgente di Didone ,ma dell'impeto delle donne ardite e coraggiose; quel fervore che arde nell'anima e che in nessun modo si spegne perché , in realtà, non si vuole farlo.

E' quella certezza di appartenere, innanzitutto a se stesse e di agire con libertà di pensiero e di azioni per il bene degli altri. Sono quelle donne stesse delle fiamme ardenti che non "bruciano i rovi", ma agiscono con coerenza d'animo.

L'8 marzo diventa un escamotage per conversare di queste donne; diventa un promemoria per ricordare.

Rinverdire i ricordi degli eventi trascorsi e delle persone che ci hanno preceduti su questa terra o che sono ancora qui con noi, è indispensabile, non solo per tenerli sempre in vita, ma per tenere noi in vita. Non ricordare equivale a cancellare poco a poco, noi stessi. Essendo fatti di esperienze vissute o vissute da altri, i cui effetti ritornano a noi come un boomerang, siamo positivamente obbligati a tenerli in vita, a trattenerli per evitare di trovarci deturpati nella nostra interezza. Allora ben venga la giornata internazionale della donna! Anzi ci vorrebbe una giornata della donna ogni giorno.




Lo scorso 8 marzo, i bambini della nostra scuola, insieme alle loro insegnanti, hanno fatto un lavoro certosino, ricercando notizie su molte donne e sulle loro passioni. Sono entrati nelle loro anime, hanno incontrato i loro slanci e contemplato gli effetti della loro caparbietà e del loro coraggio nella nostra società.



Come in una giostra, agli occhi degli astanti, sono passate immagini e foto di donne che hanno dato il loro contributo in diversi campi: scientifico, sociale, artistico, pedagogico, sportivo.





Ha in sè il fuoco sacro dei grandi artisti

Ha la passione e la perseveranza

di chi conosce il proprio destino





Sono tutte le Artemisia Gentileschi, le Giulia Civita Franceschi, le Rita Levi Montalcino, le Bebe Vio, Le Frida  Kahlo... 

...e anche tutte noi.

sabato 10 febbraio 2024

LA DIVERSITA' E' RICCHEZZA 


In prossimità di giornate come quella del 2 Febbraio scorrono davanti ai nostri occhi mille aforismi che esaltano la diversità come ricchezza e ci sembra di cadere nella solita retorica. Frasi già dette, ripetute ogni volta e abbiamo la sensazione di cadere nella banalità.. e invece No! Non è retorica perché la diversità c’è, è fuor di dubbio e smette di arricchire solo quando è sottoposta ad uno sguardo giudicante.

È presente in ciò di cui ne abbiamo la certezza, che possiamo toccar con mano come il colore degli occhi o della pelle…è presente in quelle opere d’arte che ritraggono lo stesso soggetto ma il tocco di pennello del suo pittore le rende uniche nella loro differenza.

È presente anche in ciò che non possiamo vedere… e alla mente ritorna una delle espressioni più note de Il piccolo principe: (...) non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi, che in questo caso ci riporta all’erronea capacità di limitarsi a vedere solo le differenze, tralasciando ciò che conta davvero, privandoci di quell’empatia che potrebbe aiutare a non lasciare indietro nessuno.

E allora “Ognuno con il suo passo”, con il suo modo di fare e di essere deve costituire una risorsa per tutti, per la comunità in cui si vive. Che ben vengano  gli occhi chiari,  gli occhi scuri,  una sola gamba, un proprio mondo interiore...

 

Siamo tanti deliziosi ingredienti di un’unica ricetta, quella di una vita in cui ciascuno si senta libero di spiccare il suo volo senza sentirsi giudicato.

 

In occasione della Giornata Internazionale dei calzini spaiati, la comunità scolastica ha condiviso un messaggio importante: la differenza non è una nota negativa, ma un punto di forza, un valore aggiunto per ogni essere umano.



Abbiamo accolto gli alunni delle prime due classi della primaria e i bambini dell’infanzia che nelle loro aule hanno preparato dei cartelloni mostrati alla comunità fin dal mattino.




Il pomeriggio ha inizio con l’intervento della Dirigente che interagendo con i piccoli ha valorizzato il senso di questa giornata; poi le luci sono calate per guardare un corto della Disnay “Float” che propone in 7 minuti un messaggio di forte impatto emotivo sull’autismo.  





La parola passa poi agli albi e alle voci non solo delle docenti ma anche degli alunni della


primaria che si sono messi in gioco attraverso una rivisitazione dell’albo “Orecchie di farfalla” mentre i piccini dell’infanzia hanno proposto, per livello, dei video che li ha visti impegnati in momenti di ballo, poesia e drammatizzazione dimostrando con la loro spontaneità, tutta la bellezza della diversità.

All’incontro erano presenti due associazioni del nostro territorio: "Fiadda", impegnata nella valorizzazione, nella promozione e l'impiego delle persone sorde e "Fish Campania", associazione alla quale aderiscono alcune tra le più rappresentative risorse, impegnate in politiche miranti all'inclusione sociale delle persone con disabilità. 



La giornata si chiude regalando a tutti i bambini una farfalla colorata su cui ciascuno ha scritto una parola gentile






ed insieme ai genitori o le docenti le hanno simbolicamente lasciate volare nell’azzurro del cielo.




Insieme…ma ognuna con il suo volo. 





giovedì 1 febbraio 2024

 SIAMO QUI A FARE MEMORIA





Nei suoi numerosi interventi, la nostra senatrice a vita, Liliana Segre, ribadisce con insistente caparbietà il ruolo dei ricordi degli errori  commessi dall'umanità nella storia, quella antica e quella moderna.

Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.

In occasione della giornata internazionale della Memoria, il 3° Circolo Didattico "Madre Teresa di Calcutta" ha voluto porre l'accento sulla parola "Memoria", non semplicemente per ricordare le atrocità a cui milioni di innocenti sono stati sottoposti dal regime dittatoriale nazista, ma per far sì che ciò che è accaduto non si ripeta, nella speranza che qualcosa cambi nell'animo umano. Tuttavia la speranza, già di per sé così flebile, sembra disperdersi e non trovare ragione di sbandierare la sua forza quando ancora oggi sono tante le guerre in atto e sono innumerevoli le  vittime.

Ma ecco che, guardando i bambini della nostra istituzione scolastica lavorare tanto seriamente per ricordare a tutti che non dimenticare è necessario, e in alcuni casi, vitale, la fiammella della speranza, che nessun vento tossico può spegnere, ci sentiamo un po' meno preoccupati. Eh sì la speranza è proprio questo: un vento pulito, deciso che possa scuotere le anime più inquiete e farle riflettere sull'importanza dell'esistenza di ogni essere umano, soprattutto i bambini che sono diventati le vittime innocenti di questo nostro mondo malato.

Per queste vittime nasce la canzone di Vinicio Capossela, "La crociata dei bambini", ispirata al poema di Brecht, ma che nasce in seguito alla guerra in Ucraina, tutt'ora in atto.

Partirono all'alba in crociata i bambini

le facce gelate chi li troverà

partirono in fila, sepolti di neve

i soli scampati alle bombe ed ai soldati.

Volevan fuggire dagli occhi la guerra

Volevan fuggirla per cielo e per terra...



Le classi quinte, su questa melodia, hanno marciato e danzato per trasmettere un messaggio di pace attraverso il linguaggio del corpo.  Le loro erano parole  antiche, ma pur sempre nuove perché   impregnate di un desiderio sentito. PACE, FRATELLANZA, LIBERTA', TOLLERANZA, DIALOGO, RISPETTO, CONDIVISIONE... hanno risuonato nella sala Magic Vision, arrivando dritte al cuore degli astanti.









Al termine dello spettacolo, è intervenuto il nostro dirigente scolastico, dott.ssa Anna Commone, che, palesemente emozionata, ha posto l'accento sulla memoria come antidoto alla violenza umana. Ha ribadito l'importanza della scuola come paladina della pedagogia della resistenza affinché i bambini affrontino le difficoltà della vita e che possano, senza retorica, costruire un futuro migliore perché la scuola ha la responsabilità di dare loro le giuste opportunità per superare i momenti bui.



Molti gli ospiti intervenuti alla manifestazione:

 Giovanni Nappi, con il suo Centro Studi Nappi, ha permesso la realizzazione di questo evento,  grazie a supporto; 

Angelica Romano, presidente dell'associazione Un ponte per.. 

ANPI di Pomigliano d'Arco, che nella persona del suo presidente, ha posto l'accento sulla necessità di fare memoria ogni giorno affiché i bambini crescano con la certezza di non aver paura di esprimere il loro punto di vista, anche se diverso da quello della maggioranza e creare, così, una società non omologata.


La manifestazione si è conclusa con il Sindaco della Comunità dei bambini che, riportando le parole del "Discorso all'umanità" ha chiosato:

Le nuvole si diradano; comincia a splendere il sole. Guardiamo in alto verso la luce  della speranza, verso il futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.





giovedì 30 novembre 2023

 IO SONO...

...PICCOLI TABLEAUX VIVANTS PER GRANDI LETTORI






Il primo evento in programma per la nostra Biblioteca Fiordilibro capita a Novembre, la porta dell'inverno. L'occasione è l'iniziativa "Io leggo perché..."



che da anni vede impegnate, tutte le agenzie educative del territorio nazionale a diffondere la lettura come volano per la crescita delle menti. Quest'anno la tematica dell'iniziativa era :"Un libro ti fa grande" perché ti arricchisce di emozioni, di ottimismo, di spunti di riflessione, ma soprattutto acquisti parole. La parola è la condizione del pensiero, non solo il mezzo per esprimerla.


Da sempre notiamo che il divario tra le parole che vengono pronunciate ed il pensiero ad esso sotteso, rende la comunicazione approssimativa, incerta.
Leopardi, nello Zibaldone, diceva: Un'idea senza parole o modo di esprimerla, ci sfugge, o ci erra nel pensiero come indefinita o mal nota a noi medesimi che l'abbiamo concepita. Con la parola prende corpo, o quasi forma visibile, sensibile e circoscritta." Anche oggi, nella società complessa in cui viviamo, si sente l'esigenza di trovare le parole giuste per dare corpo al nostro pensiero. E' indispensabile fare ciò perché "i pensieri sono proporzionali alle parole che possiedi: io non posso pensare qualcosa di cui non ho la parola ".



I bambini del Terzo Circolo Didattico " Madre Teresa di Calcutta" hanno dimostrato di aver recepito il monito e lo hanno fatto nel modo a loro più congeniale: il gioco. 







Si sono improvvisati attrezzi e scenografi della scena, rievocando ed evocando le scene più rappresentative degli albi illustrati letti in classe.


 

I Tableaux Vivants, messi in scena, hanno fatto "sentire" le parole acquisite e i bambini le hanno declamate a gran voce, anche attraverso il linguaggio del corpo.







La scuola, forte, ha sentito l'esigenza di "arricchirsi" quindi proporzionale è stata la risposta in termini di donazioni per l'iniziativa "Io leggo perché 2023".
Tanti i libri ricevuti in dono: albi illustrati, narrativa per ragazzi, libri di divulgazione... 
Il nostro "granaio per l'inverno" ha ammassato riserve per sopravvivere fino alla primavera.
Grazie ai genitori, agli alunni, ai docenti che hanno attivamente e fattivamente risposto alla chiamata, con l'augurio che per la prossima edizione di "Io leggo perché", saremo ancora di più.




martedì 17 ottobre 2023

 SIAMO MEMORIA




Era l'otto settembre 1943.

Il ricordo di quel giorno lo conservo ancora tra le pieghe elle mie pagine e lo metto a disposizione di tutti coloro che vogliono farsi "memoria".

Il re d'Italia, Vittorio Emanuele III di Savoia, chiese al comando degli alleati e ottenne dalle truppe angloamericane, l'armistizio.



A Napoli soffiò il vento di primavera. Dopo tre anni di guerra, quel giorno sembrò l'alba di un lungo periodo di pace. La gente si affacciò alle finestre, scese per strada, sorrise, finalmente.







Sui corpi ancora il ricordo della paura delle bombe sganciate dagli aerei alleati, nel naso l'odore della muffa provocata dall'umidità dei ricoveri, misto alla puzza della miseria, nello stomaco i morsi della fame, ma negli occhi... Che splendore! La speranza. La speranza di un giorno migliore.



Come, però, capita, i sogni svaniscono con la luce del sole e Napoli passò dalla padella alla brace.

I tedeschi, fino al giorno prima, alleati degli italiani, diventarono i loro peggior  nemici. L'ordine partito da Hitler fu quello di ridurre Napoli "a cenere e fango".

Il pericolo non veniva più dal cielo; il pericolo era in città, nelle vie, dietro l'angolo.


 


Accanto alla fame, alla miseria, alle macerie dei bombardamenti degli angloamericani (Napoli fu una delle città più bombardate, con 25000 vittime), iniziò lo stato d'assedio del comandante Scholl con rappresaglie naziste, persone sparite, fabbriche distrutte, esecuzioni spietate e rastrellamenti 
degli uomini dai 18 ai 33 anni, per condurli ai campi di concentramento.





Intanto i semi di libertà, di fratellanza, di uguaglianza, di fronte a tali negazioni dei diritti, cominciarono a ribollire nel sangue dei napoletani e come un getto di lava continua, esplose in uno slancio di resistenza.

Iniziarono così le "Quattro Giornate" di Napoli.



Il 27 Settembre, alla Masseria Pagliarone, nel quartiere del Vomero, si accese la miccia; da lì, l'eco della rivolta si estese in tutti i quartieri, nelle strade, nelle piazze di Napoli.

"AIZZAMM A VOC'..." fu il motto che mosse tutti, ma proprio tutti i figli della città ad agire Professori, scugnizzi, studenti, donne, uomini, ragazze, ragazzi che, come novelli partigiani "senza montagna", ma con il sale tra i capelli e il sole sulla pelle, difesero ogni vicolo, ogni angolo della città.



 Per quattro giorni i napoletani si unirono sotto un'unica bandiera, quella della libertà per cacciare via i tedeschi dalle loro vite. Lo fecero con i mezzi che avevano a disposizione, con armi rubate nelle caserme, ormai abbandonate dall'esercito o recuperate dai soldati tedeschi caduti.

Non fu un flusso incontrollato di rivoltosi, ma individui coordinati e mossi da un unico obiettivo.

Dietro alle barricate, ricavate con oggetti vari, i napoletani combatterono con coraggio, facendo appello alla dignità e al senso di appartenenza a quella terra che li aveva visti nascere e crescere.


Dopo il 30 Settembre, alcuni non sono tornati a casa.




Rimarranno sempre così com'erano, partigiani della libertà, come Gennaro Capuozzo di appena 11 anni.







Altri, come Maddalena Cerasuolo, passeranno la loro vita a ribadire il NO ai soprusi, alle oppressioni. Continueranno a  manifestare il loro dissenso verso le discriminazioni.




Seguiteranno a salvare per 1000 volte i ponti che collegano i quartieri della città perché i loro figli possano godere dell'incontro e dell'abbraccio con l'altro.

Un'unica voce che risuona nella città di Napoli: TIENEME CA' TE' TENG'!



Ed io, ancora mi commuovo dinanzi a tale mistero.
                                                           
                                                                                                                                          Classe 5° B





martedì 12 settembre 2023

 LA BELLEZZA SALVERA' ILMONDO




In "Sulla bellezza ed essere giusti", Elaine Scarry, offre un raffinato manifesto per la rinascita della bellezza nel mondo, la sola che, come un illusionista, riesce a soddisfare la nostra vita e riavviare il meccanismo della giustizia che appare consunto.

"Quando ci imbattiamo in cose belle (...) esse agiscono come piccoli strappi sulla superficie del mondo (...) Ci spingono in qualche spazio più ampio; formano scale che portano verso l'alto (come per mezzo di correnti  d'aria causate da qualcun altro), lasciando che la terra ruoti molti centimetri sotto di noi, così che quando atterriamo ci troviamo in una relazione diversa con il mondo rispetto ad un momento prima."
Con l'utilizzo dei sensi la bellezza ci ferma, ci trafigge e ci allontana dal centro delle preoccupazioni, spingendo il focus attentivo verso l'esterno, verso gli altri.

E' ciò che accade durante il FLIP ( Festival della letteratura indipendente di Pomigliano), dal 1 al 3 settembre. Quest'anno, ai giorni canonici dedicati all'evento, si è aggiunto un anticipo di festival, il 31 agosto, dove, nella cornice del parco pubblico, Giovanni Paolo II,  si è gustato un ulteriore incontro con l'illustratore di fama internazionale, Chen Jiang Hong e le sue fantastiche illustrazioni.

Nei luoghi deputati e scelti dagli organizzatori del festival, per incontrare gli autori della letteratura italiana e straniera, le parole la fanno da padrona. Parole che, come fiori sollevati dal vento, si alzano dal prato di sedie,  volteggiano, si intrecciano, fanno capriole, si ricorrono e si rinsaldano, creando un baluardo contro le ingiustizie del mondo, contro le violenze d'ogni genere.


Così nasce la Bellezza!

Le senti uscire, lievi, dalla bocca di Bernard Friot per creare poesia con i bambini; le vedi danzare tra le rime delle filastrocche del menestrello del mio cuore, Bruno Tognolini; saltellano, immergendosi nelle meravigliose illustrazioni di Chen Jiang Hong;    


  

 le percepisci forti, come boati, dalle tavole di Armin Greder o dagli occhi luminosi e comunicativi di Hilarry Sedu; le gusti negli abbracci muti, ma ricchi di suoni, di Paolo Cesari (Orecchio Acerbo), nei timidi sorrisi di Francesca Archinto (Babalibri), nelle risate coinvolgenti di Della Passarelli (Sinnos) o nella travolgente vitalità di Grazia Gotti ( Accademia Drosslmeir).







Il Flip, allora, diventa il "luogo" dove ritrovare i vecchi amici e conoscerne di nuovi; diviene il "posto" dove sorseggiare un caffè con Della Passarelli e parlare della necessità di portare la Costituzione nella  valigia di ciascuno. Il FLIP diventa una "tavola imbandita" di buon cibo e luminosi pensieri provenienti da diversi angoli del mondo; si trasforma in "un'occasione" per offrire "o per e 'o muss" a Chen Jiang Hong e sentirsi dire: < J'adore 'o per e 'o muss!">






Il FLIP come "fonte" di energia, in vista dell'imminente avvio del nuovo anno scolastico; uno "scrigno" di novità letterarie, da cui trarre spunto per le attività da proporre in classe ai nostri ragazzi.





Il Flip diviene "tempio" della Bellezza a cui è affidato il compito di ricomporre il disordine della realtà rilevando il senso ultimo al di sopra del suo caos.


E ora che le luci della ribalta sono spente, ora che siamo tornati con i piedi per terra, ci accorgiamo che la nostra relazione con l'esterno è cambiata.

Ripartiamo da qui per trasmettere, della Bellezza, lo stupore che, come diceva Aristotele, è l'unico modo per stimolare la conoscenza.




Più ricchi e più carichi che mai, auguriamo a tutta la comunità scolastica del 3° Circolo Didattico "Madre Teresa di Calcutta", un Bel anno scolastico!



mercoledì 21 giugno 2023


PREMIO FIORDILIBRO




Dopo lo stop forzato, dettato dalla pandemia e dalla necessità di distanziarsi per salvaguardare la nostra salute, il Premio Fiordilibro ritorna a pieno regime nella scuola " Madre Teresa di Calcutta".
Un anno scolastico particolarmente positivo da questo punto di vista. I bambini hanno gustato, per un intero anno scolastico, storie di ogni tipo.





Hanno conosciuto amici e vissuto con loro avventure avvincenti. Sono stati coinvolti emotivamente dalle vicende dei protagonisti, piangendo e ridendo, a seconda della circostanza.



I piccoli della scuola dell'infanzia hanno vissuto con le loro maestre momenti di intimità, di condivisione di pensieri e fantasia, attraverso l'ascolto di storie che hanno lasciato un segno nei loro occhi per le immagini di cui si sono arricchiti e nel loro cuore per le emozioni che alcuni racconti hanno suscitato, più di qualcun altro.



Arriva , così, il giorno della votazione


I bambini provano tanta emozione perché si rendono protagonisti delle loro scelte. Ogni sezione è pronta a votare: ciascun bimbo si arma di un grande sorriso e, deciso, mette quella "X" sul proprio foglio, nella speranza che vinca il suo libro preferito.
Alcune sezioni si sono organizzate tutte insieme: gli elettori hanno ascoltato la presentazione dei libri, già ben impressi nelle loro menti, in un clima di festa e accoglienza; altri hanno simulato una vera e propria votazione, con tre bambini del 3°livello che facevano da scrutatori, indossando la fascia tricolore.
La naturale attenzione e la partecipazione attiva dei bambini a questi momenti di educazione civica, ci rende ancora più convinti che la lettura debba far respirare il suo piacere fin dalla scuola dell'infanzia perché quella dai 0 ai 6 anni è una fascia di età che offre terreno fertile per far germogliare futuri lettori e renderli persone  pensanti e riflessive , esseri che imparano ad affrontare  e superare gli ostacoli che la vita pone davanti ad ognuno di noi con coraggio e determinazione.








E se anche fuori piove, mamma come piove! 
...nella biblioteca Fiordilibro c'è sempre il sole.

 
 

  SOGNA RAGAZZO SOGNA Nascosto tra le pieghe della Storia c’è un esperimento pedagogico di un’attualità estrema.  Parliamo dell’esperienza d...