"IL PANE E LE ROSE"
In "Qualcuno ha suonato", Izet Sarajlic, il più grande poeta bosniaco contemporaneo, così raccontava lo sconvolgimento e l'impreparazione alla guerra; a qualsiasi guerra: "Solo la guerra non suona entrando in casa della gente, entra come se ne avesse il diritto".
E senza bussare, la guerra entrò nel "cuore dell'Europa" , a pochi passi da noi, alla fine del XX secolo.
L'albo "La fioraia di Sarajevo", di Mario Boccia e illustrato da Sonia Maria Luce Possentini, è stato presentato nella nostra biblioteca il 20 ottobre scorso.
Durante l'incontro, l'illustratrice Possentini e il nostro Paolo Cesari di Orecchio Acerbo hanno conversato con i bambini più grandi della nostra scuola, parlando non solo di guerra e di bombe che hanno distrutto città, centri di cultura e luoghi di ritrovo; di queste immagini i libri di storia ne sono pieni. Si è parlato soprattutto di una persona comune, che nel mercato di Markale vendeva qualcosa che durante un conflitto non pensi di trovare sul banco di un venditore: i fiori.
Fiori, prima freschi e poi di carta, quando i primi, intimoriti dai boati di bombe e mortaretti, avevano timore a germogliare.
La fioraia di Sarajevo ci ha insegnato la resilienza; ci ha trasmesso la caparbietà di resistere alle brutture della vita e ci ha lasciato la speranza di continuare a spargere colori e bellezza nel grigiore piatto, monotono e doloroso che la guerra porta con sé.
L'incontro con l'autore ha avuto momenti di pura poesia quando i bambini hanno omaggiato Sonia Possentini con fiori fatti a mano, travolgendo tutti i presenti con grande emozione.
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