martedì 8 marzo 2022

 LA MIA VOCE PER TE




Nel cielo plumbeo del mese di marzo, sotto la scia di freddo venuta dall'Atlantico, risplendono macchie di colore che, unite alle note di mille canzoni, scintillano per le strade come una Primavera distratta, arrivata in anticipo.
Un solo giorno su trecentosessantacinque, per ricordare che la donna è un essere umano con pari diritti dell'uomo e pari dignità.
L'8 Marzo, allora, diventa una sosta nella corsa dell'Inverno; ricorda che i diritti non hanno sesso, non hanno religione e, soprattutto non guardano alle latitudini.


Ieri, le bambine e i bambini del Terzo Circolo Didattico "Madre Teresa di Calcutta", con le attività svolte nelle loro classi, hanno dimostrato come , in tante parti del mondo, ci sono state e, continuano ad esserci, donne che, con l'esempio pratico, con gesti semplici, ma coraggiosi, hanno dato  e continuano a dare un contributo prezioso affinché nella Storia non ci siano più ingiustizie, violenze, soprusi verso quelli che si continua a pensare come sesso debole.
I nomi di Madre Teresa di Calcutta, Malala, Anselmi, Montalcini, sono stati gridati a gran voce.

Le parole "silenziose" di Shamsia Hassani hanno risuonato nelle classi, nei corridoi, nel cortile della scuola e hanno "parlato" attraverso le voci cristalline delle bambine e dei bambini del Terzo Circolo, dando voce, anche solo per un giorno, a coloro che, da troppo tempo, voce non hanno.
Possiamo, allora, sperare che i soffioni di Hassani lascino la "pentola nera" dei desideri e travolgano i venti brutali, violenti. freddi e scuri di questo periodo storico e avvolgano in un caldo abbraccio tutti gli esseri umani. 







La speranza come una spinta per decollare su ali leggere di rime in versi per gli altri trecentosessantaquattro  giorni dell'anno.

                                                                                      
                                                                                            Commissione Biblioteca


Per lei voglio rime chiare,
usuali: in are.
Rime coi suoni fini
dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.

G.Caproni



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